Carita Umbra
in Kosovo
Le tappe
Breve
cronistoria
- 1999: a fine giugno, pochi giorni dopo la fine della guerra del Kosovo, prende il
via il
campo della Caritas regionale dell’Umbria, nel villaggio di Radulloc (comune di Klina). Nei
mesi successivi si uniscono al progetto anche la Caritas regionale della Toscana e la
Caritas della diocesi di Latina, che rimarranno fino a dicembre 2002.
- 2000: il campo, grazie alla collaborazione e al sostegno economico della Caritas
Italiana,
lavora alla ricostruzione di quasi 300 case distrutte o gravemente danneggiate durante la
guerra. Viene ospitato il primo bambino orfano. Cominciano a essere inviati in Italia
bambini e adulti gravemente malati per ricevere le cure mediche (soprattutto in ambito
oncologico e cardiologico) che le strutture sanitarie kosovare non sono in grado di
assicurare; nel corso degli anni sono stati accolti oltre 150 malati.
- 2001: prende il via il progetto “Case dei poveri”, grazie al quale verranno
costruite nel
corso degli anni 140 case a famiglie di diverse etnie e religioni, tutte in condizioni
abitative di estrema precarietà.
- 2002: vengono ultimate due importanti opere, la scuola di Resnik e il Centro
Pastorale di
Zllokuqane, grazie anche alla collaborazione dell’Esercito Italiano e della Misericordia
dell’Antella (Firenze), che apre all’interno del Centro pastorale un ambulatorio medico.
Durante l’estate si intensifica l’arrivo dall’Italia di gruppi di giovani per i campi di
lavoro, che continuerà anche negli anni successivi. Vengono accolti altri quattro bambini
orfani.
- 2003: viene costituita una cooperativa agricola, che alla fine dell’estate inizia a
coltivare circa 250 ettari di terreno demaniale, tenuto in affitto per tre anni. Dall’Italia
arrivano in dono due trattori e altre attrezzature per le attività agricole.
- 2004: la casa del Campo viene ristrutturata e ampliata; ormai sono una quindicina i
bambini
accolti.
- 2005: si intensificano le relazioni con le istituzioni kosovare (in particolare con
i
servizi sociali dei comuni), con la chiesa locale, con i militari italiani della Forza
Multinazionale e con l’ambasciata italiana a Pristina. La cooperativa agricola inizia
l’allevamento dei bovini.
- 2006: ormai i bambini accolti sono più di venti e si avverte l’esigenza di una
nuova
struttura, più ampia e funzionale. In questa prospettiva viene acquistato un terreno di
circa 20 ettari, in parte edificabile, nel villaggio di Leskoc, dove concentrare le attività
agricole, di allevamento e avviare laboratori (ad es. di falegnameria), con lo scopo di
creare opportunità lavorative per i giovani.
- 2007: in occasione dell’incontro degli amici e sostenitori del Campo di Radulloc
che si
svolge a Gubbio a novembre, viene presentato il progetto della nuova casa, coordinato
dall’architetto eugubino Giuseppe Lepri. A fine anno i bambini e i ragazzi accolti sono
diventati trentaquattro.
- 2008: è l’anno dell’autoproclamazione dell’indipendenza dalla Serbia da parte del
parlamento
di Pristina (17 febbraio). I tecnici italiani si recano più volte presso il Campo di
Radulloc per definire sul posto i vari aspetti del progetto della nuova casa.
- 2009: la Fondazione Monte dei Paschi di Siena concede un finanziamento di 70 mila
euro per
la costruzione della casa di Leskoc, che rinnoverà, anche se in misura ridotta, l’anno
successivo. Il 1° dicembre, su richiesta del vescovo del Kosovo, monsignor Dod Gjergji,
viene aperta una struttura che accoglie giovani kosovari con problemi di tossicodipendenza,
nella canonica del villaggio croato di Vernakolla, vicino al confine con la
Macedonia.
- 2010: partono i lavori della casa di Leskoc, che prevedono anche la realizzazione
di
importanti infrastrutture come la nuova strada e un invaso per l’acqua. Un contributo
decisivo ai lavori viene dal comune di Klina e dai militari italiani della Forza
Multinazionale.
- 2011: la nuova legislazione kosovara sull’accoglienza rende necessaria l’apertura
di una
struttura dove ospitare i ragazzi adolescenti: a luglio viene aperta la casa di Glaviçica,
messa a disposizione dalle Chiesa locale. A novembre viene ultimata la parte grezza di due
delle tre ali della casa di Leskoc e a dicembre viene approvato dalla Provincia Autonoma di
Trento un finanziamento di complessivi 300mila euro in tre anni che permetteranno, già alla
fine del 2012, di ultimare una consistente parte dell’edificio.
-2012: il vescovo delegato della Caritas Umbria monsignor Renato Boccardo, a seguito
della
visita in Kosovo del 14-17 maggio 2012, comunica per lettera a monsignor Dodë Gjergji
l'impossibilità a proseguire l'impegno a Vernakolla. A settembre una Delegazione del
Ministero degli Affari Sociali del Kosovo viene ospitata in Umbria: l'incontro è un
importante momento di conoscenza reciproca che rilancia la relazione con le istituzioni
kosovare.
-2014: Inaugurazione della nuova casa di Leskoc con la partecipazione delle autorità
locali.
-2015: Riattivazione dell' ONG e C.S.Z. dedicata allo sviluppo agricolo.
-2016: Apertura dei laboratori per la trasformazione alimentare e ricostruzione di
una casa
per una famiglia indigente.
-2017/2018: Progetto sostenuto da Save the Childres per il benessere dei minori
accolti
-2019/2020: realizzazione di un campo sportivo e presentazione progetto “Azienda
Agricola”
-2021: Inaugurazione Caseificio
-2022: Ultimazione del progetto finanziato dalla CEI per il sostegno di tutte le
attività della casa umbra